La possibilità di recedere da un contratto è un vero e proprio diritto stabilito e previsto dal codice del consumo, art. 52 e può esercitarsi senza alcuna penalità e senza specificarne il motivo, entro il termine di 14 giorni lavorativi.

Per esercitare il diritto di recesso è quindi sufficiente inviare una comunicazione scritta alla sede del professionista (venditore e/o fornitore del servizio) mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento. La comunicazione può essere inviata, entro lo stesso termine, anche mediante telegramma, telex, posta elettronica e fax, ma dovrà poi essere confermata mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento entro le quarantotto ore successive.

Nel contratto, nell'offerta o nell'informazione sul diritto di recesso può essere espressamente previsto che, invece della specifica comunicazione, sia sufficiente la restituzione della merce ricevuta, entro il termine previsto dei 14 giorni lavorativi.

Tale termine decorre per i contratti a distanza:

- per i beni, dal giorno del ricevimento da parte del consumatore se sono stati soddisfatti gli obblighi di informazione (che la legge prevede siano forniti ai consumatore prima della stipula del contratto), oppure dal giorno in cui questi siano stati soddisfatti, qualora ciò avvenga dopo la conclusione del contratto.

- per i servizi, dal giorno della conclusione del contratto o dal giorno in cui siano stati soddisfatti gli obblighi di informazione, qualora ciò avvenga dopo la conclusione del contratto purché non oltre il termine di tre mesi dalla conclusione stessa.

Nel caso in cui il professionista non abbia soddisfatto per i contratti a distanza, tali obblighi di informazione, il termine per l’esercizio del diritto di recesso è di novanta giorni e decorre:

- per i beni, dal giorno del loro ricevimento da parte del consumatore;

- per i servizi, dal giorno della conclusione del contratto.

Queste stesse disposizioni si applicano anche nel caso in cui il professionista fornisca una informazione incompleta o errata che, quindi, non consenta il corretto esercizio del diritto di recesso. E’ anche consentito convenire garanzie più ampie nei confronti dei consumatori rispetto a quanto previsto dal presente articolo.

Effettuato il diritto di recesso, le parti sono sciolte dalle rispettive obbligazioni che derivano dal contratto o dalla proposta contrattuale, qualora sia avvenuta la consegna del bene il consumatore è tenuto a restituirlo o a metterlo a disposizione del professionista oppure della persona da questa indicata, secondo le modalità ed i tempi previsti dal contratto. Il termine per la restituzione del bene non può comunque essere inferiore a dieci giorni lavorativi decorrenti dalla data del ricevimento del bene. Ai fini della scadenza del termine la merce si intende restituita nel momento in cui viene consegnata all’ufficio postale accettante o allo spedizioniere.

Per i contratti riguardanti la vendita di beni, la consegna della merce prevede la sostanziale integrità del bene da restituire, che deve quindi considerarsi condizione essenziale per l’esercizio del diritto di recesso. Questo significa che il bene dovrà essere restituito in normale stato di conservazione, in quanto sia stato custodito ed eventualmente adoperato con l’uso della normale diligenza.

Le sole spese dovute dal consumatore per l’esercizio del diritto di recesso sono le spese dirette di restituzione del bene al mittente, ove espressamente previsto dal contratto.

Una volta esercitato il diritto di recesso da parte del consumatore, il professionista è tenuto al rimborso delle somme pagate, comprese le somme versate a titolo di caparra. Il rimborso deve avvenire gratuitamente, nel minor tempo possibile e in ogni caso entro trenta giorni dalla data in cui al professionista è stata comunicato l’esercizio del diritto di recesso. Le somme, quindi, dovranno essere rimborsate ed effettivamente restituite, cioè spedite o riaccreditate.

Nell’ipotesi in cui il pagamento sia stato effettuato per mezzo di effetti cambiari, qualora questi non siano stati ancora presentati all’incasso, deve procedersi alla loro restituzione.

È nulla qualsiasi clausola che preveda limitazioni al rimborso nei confronti del consumatore delle somme versate, in conseguenza dell’esercizio del diritto di recesso.

Qualora il prezzo di un bene o di un servizio sia interamente o parzialmente coperto da un credito concesso al consumatore, dal professionista ovvero da terzi in base ad un accordo tra questi e il professionista, il contratto di credito si intende risolto di diritto, senza alcuna penalità, nel caso in cui il consumatore eserciti il diritto di recesso. È fatto obbligo al professionista di comunicare al terzo concedente il credito l’avvenuto esercizio del diritto di recesso da parte del consumatore. Le somme eventualmente versate dal terzo che ha concesso il credito a pagamento del bene o del servizio fino al momento in cui ha conoscenza dell’avvenuto esercizio del diritto di recesso da parte del consumatore sono rimborsate al terzo dal professionista, senza alcuna penalità, fatta salva la corresponsione degli interessi legali maturati.